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A Kathrin Partelli il 2° Premio artistico di scultura Richard Agreiter

Kathrin Partelli
Kathrin Partelli

Kathrin Partelli:                         

22/02/1980         nata a Bolzano

1999-2001          Centro Lavori “Vetroricerca” a Bolzano

2001-2003          Corsi e specializzazioni varie in Italia e Germania

2003-2009          Accademia delle Belle Arti Monaco di Baviera con i Professori Norbert 

                            Prangenberg e Hermann Pitz

2008-2010          Master con il Professore Hermann Pitz

2010                    Diploma

 

Esposizioni :

 

2004-2009          Esposizioni annuali, Accademia delle Belle Arti di Monaco di Baviera

2004                    Polish your Image, Casa dell’artista Kempten, Kempten/GER

Raccolta d’arte delle feste di Coburg, Coburg/GER

2005                    Frangibile 02, centro culturale Trevi, Bolzano/ITA

                            Istituto culturale italiano, Praga/Rep. Ceca

2006                    Talenti 2006, IHM Monaco/GER

Esposizione Fondazione Ernsting, Coesfeld-Lette/GER

Concorso internazionale di scultura, Museo del vetro Mava, Madrid/ESP

2007                    Vetro d’artista, Palazzo Congressi, Madonna di Campiglio/ITA

2008                    European Glass Context, Glass Museum Ebeltoft, Ebeltoft/DEN

                            Premio artistico Aichach, Aichach/GER

2009                    “Das wärs gewesen”, Galleria dell’Accademia, Monaco/GER

 Viaggio nello spazio dei burocrati, Sala d’attesa, Stazione Centrale Monaco/GER

 DECAthlon Muro contro muro, Piattaforma 3, Monaco/GER

2010                    Studenti diplomati 2010, opere varie, Galleria degli artisti, Monaco/GER

 

 

Riconoscimenti e borse di studio :

2006                    ZDF - concorso lavori in plastica

                            Concorso internazionale Talenti 2006, IHM Monaco di Baviera

                            Concorso internazionale di scultura nel vetro Mava, Madrid

2009                    Borsa di studio Stibet

 

 

Se guardiamo il sole e poi chiudiamo gli occhi, ci rimane impressa un’immagine nella mente. Quella che a prima vista appare come un’illusione ottica, null’altro è che il risultato di un contrasto in chiaro-scuro dell’immagine proiettata sulla retina. Parallelamente, anche se visioniamo un’opera d’arte ci rimane impressa un’immagine, ma in questo caso alla componente fisiologica si aggiunge quella psicologica, che ovviamente dipende dal grado di attenzione rivolto dall’osservatore. Maggiore è il suo interesse e più nitida sarà l’immagine che ne ricava. L’arte di Kathrin Partelli sembra predestinata a destare interesse. E’ normale che ogni visitatore recepisca il proprio messaggio dai lavori della Partelli. E’ più o meno come quando si esce in gruppo da un cinema. Benchè tutti abbiano visto lo stesso film e recepito le più o meno 20 immagini al secondo per tutta la durata del film, si nota spesso una chiara differenza ricettiva. Alcune immmagini sono sfuggite a tutti, altre rimangono nel pensiero di pochi.

Le opere d’arte esposte generano immagini, ci illuminano oppure evidenziano un grande contrasto nei materiali. Nella sua mostra Eigentlich, 2010 Kathrin Partelli limita al minimo il contrasto dei materiali, ma grazie al suo stile particolare riesce comunque a metterne in evidenza le differenze qualitative. E’ sorprendente quanto ci resti impresso delle sue opere, pur se le abbiamo osservate solo di sfuggita o ammirato diverso tempo fa. I suoi lavori evidenziano altresì quanto poco materiale serva per generare immagini permanenti. La sua opera „povera“ crea un pensiero forte nell’osservatore. E tutte le altre interpretazioni appartengono „di fatto“ (Eigentlich), come sottolinea il titolo stesso della sua opera, al libero arbitrio di chi la contempla.

                                                                                                    (Hermann Pitz, Monaco di Baviera)   

 

  

L’opera artistica di Kathrin Partelli

È una cascata che si getta dolcemente dentro la corrente? È una valanga che scende con tutta la sua violenza verso valle? O forse si tratta di una montagna rocciosa il cui volume si sviluppa con fierezza nella cornice di un paesaggio incantato? Le opere di Kathrin Partelli (1980), vincitrice del 2° Premio artistico di scultura Richard Agreiter, incarnano con la loro noncuranza formale un sogno ad occhi aperti sulla scultura in quanto mezzo espressivo di una potenza e di una ricchezza del tutto particolari. Attraverso il gesto emancipatore e liberatorio dell’espansione dello spazio, l’artista va al di là della scultura, approcciandola come un collage interdisciplinare fra il disegno nello spazio, l’installazione e la costruzione architettonica. “Eigentlich” è, come effettivamente suggerisce il titolo, il manifesto della Partelli sulla condizione ontologica del suo lavoro. Lasciato così indefinito, questo titolo indica un processo, un momento incerto ancora da determinare e articolare ovvero qualcosa in costante divenire. Le instabili e fragili strutture create dall’artista sono entità organiche, volumi in movimento (Der Wanderer – Il viandante – è il titolo di un’altra delle sue sculture), che da un lato fanno eco ai progetti architettonici utopistici e visionari degli anni Sessanta del secolo scorso, e dall’altro all’eredità dell’arte minimalista o addirittura alla tradizione romantica del sublime, che riprendono rappresentando paesaggi e fenomeni naturali. L’effimero e il feticismo materiale insieme alla frammentazione e all’apertura strutturale accostano le installazioni e le sculture della Partelli alla precarietà dell’opera peculiare di altri artisti quali, fra gli altri, Robert Morris ed Eva Hesse. I fragili habitat della scultrice (attente composizioni di sottili pannelli in legno supportati da piccole pietre e sistemi di collegamento a malapena visibili) sono intimi rifugi dell’anima, quasi vaghe apparizioni delle solide benché immaginarie strutture più interne. In quanto costruzioni apparentemente caotiche dell’Io, questi lavori segnano un momento di cedimento e di dubbio. L’opera antimonumentale della Partelli è una sincera rappresentazione della rovina contemporanea, la prova di un fallimento ... e al tempo stesso, tuttavia, un tentativo disperato di ricostruire e ripensare ex novo i canoni e i modelli della Modernità.

 

Adam Budak, curatore