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18/07/2014 La mostra "Le cör dla ciasa" è aperta!

La stüa
La stüa

Inaugurata la mostra sulla Stube in Val Badia al Museum Ladin

Per secoli stanza principale della casa nelle valli ladine e in tutto il Tirolo, la "Stube" è ora protagonista della mostra temporanea "Le cör dla ćiasa- La Stube in Val Badia", inaugurata oggi, venerdì 18 luglio 2014, al Museum Ladin Ćiastel de Tor di San Martino in Badia dall'assessore provinciale alla Cultura ladina e ai Musei Florian Mussner. L'ingresso è libero.

La "Stube" è stata per secoli la stanza principale dell'abitazione nelle valli ladine e in tutto il Tirolo. Interamente rivestita in legno, deve il suo nome alla grande stufa in calce di cui è dotata, che la rende l'unico ambiente riscaldato della casa: come il suo equivalente ladino "stüa", la parola "Stube" è infatti imparentata con quella italiana "stufa". Cuore della casa e della vita famigliare, è paragonabile al salotto. Ora la Stube è la protagonista della mostra temporanea "Le cör dla ćiasa- La Stube in Val Badia", inaugurata oggi, venerdì 18 luglio 2014, al Museum Ladin Ćiastel de Tor a San Martino in Badia dall'assessore provinciale Florian Mussner, dalla curatrice Katharina Moling e dal curatore e direttore del museo Stefan Planker. Come spiega l'assessore Mussner: "Mostre come quella del Museum Ladin sulla Stube testimoniano come i musei altoatesini intendano essere radicati nella cultura e nelle specificità del nostro territorio, per custodirle ma anche per mantenerle vive e edificare, su esse, il nostro futuro".

Temi portanti sono l'evoluzione architettonica della Stube, gli oggetti che la caratterizzano, le usanze e i riti ad essa legati. L'esposizione li affronta attraverso immagini, testi, oggetti, documenti originali e alcune stazioni interattive. Manca invece una ricostruzione uno a uno di una tipica Stube ladina - tra l'altro già presente al Ćiastel de Tor - in quanto l'intento è, piuttosto, porre sotto la lente d'ingrandimento i singoli elementi di un tale ambiente.

Una documentazione fotografica di ben 40 Stube della Val Badia, da quelle più antiche del XVI secolo a quelle un po' più recenti del XIX, costituisce la base del percorso sullo sviluppo architettonico di questa stanza. Da segnalare che la prima fonte documentaria dove si parla di una "stupa" (Stube) in Alto Adige risale al 1194. Alcune delle Stube raffigurate - molte delle quali presentate al pubblico per la prima volta - sono state scelte perché sotto tutela dell'Ufficio Beni culturali, altre invece su segnalazione. Realizzata dal fotografo Alfred Erardi, la serie di immagini è accompagnata da testi redatti Helmut Stampfer, professore di Storia dell'arte all'Università di Innsbruck.

La mostra del Museum Ladin si concentra poi sugli elementi fissi della Stube. In primo luogo, naturalmente, la stufa con panca e cuccetta (il "punt de furn" in ladino), luogo ideale per riscaldarsi. O il cosiddetto "angolo sacro", crocifisso circondato solitamente da immagini sacre del Cuor di Gesù, di Maria e da santini che troneggia sopra il tavolo. E, ancora, l'immancabile orologio a pendolo, armadietti e credenze di diverso formato, il rivestimento in legno ("tafladöra") e le classiche finestre, sempre piccole per non disperdere il calore. L'esposizione li passa in rassegna proponendo diversi esemplari originali, spiegati dai pannelli a cura dell'etnografo Hans Grießmair. A molti di questi oggetti erano associate abitudini famigliari: ad esempio, la panchina della stufa era strettamente riservata al capofamiglia.

Ma la Stube, unica stanza calda della casa, soprattutto d'inverno si trasformava anche in laboratorio. Le donne vi filavano e tessevano la lana, vi si sbatteva la panna con la zangola (la "pëgna") per trasformarla in burro, e due volte all'anno vi si preparava il pane, che lievitava nella Stube. Essa era anche lo spazio dove artigiani itineranti - arrotini, conciabrocche, calzolai - svolgevano le loro mansioni. In Val Badia - ma non solo - la Stube era così lo scenario di mestieri, usanze e riti, protagonisti della sezione antropologica della mostra, dove attrezzi e oggetti si alternano ai testi dell'antropologo Emanuel Valentin.

Nella Stube entravano San Nicolò con i diavoli o la "vedla donacia" - donna travestita da strega che spazzava via l'anno vecchio con una scopa. In caso di lutto, in questa stanza si esponeva il feretro, coperto da un drappo funebre riccamente ricamato. Con un singolare rituale, in esso si mettevano i denti molari persi dal defunto quand'era in vita, conservati in precedenza proprio nelle fessure delle tavole di legno della Stube. Il suo pavimento d'altronde può riservare delle sorprese: nel 2008, durante i lavori di restauro di una Stube in località Ćiampidel, a San Cassiano, sono emersi documenti e oggetti, tra cui una lettera con saluto ai posteri datata 1948 e un rosario, entrambi ora esposti alla mostra.

 

La mostra temporanea "Le cör dla ćiasa- La Stube in Val Badia" del Museum Ladin Ćiastel de Tor a San Martino in Badia è aperta al pubblico dal 19 luglio al 31 ottobre 2014 e, dopo la pausa stagionale del museo, dal 26 dicembre 2014 al 5 aprile 2015.

L'ingresso è libero.

 

Informazioni: Museum Ladin Ćiastel de Tor, via Tor 65, San Martino in Badia, tel. 0474 524020, http://www.museumladin.it/.